Passione per il cioccolato e attenta selezione delle migliori materie prime contraddistinguono Venchi sin da quando, nel 1878, Silviano Venchi aprì il suo Atelier a Torino, culla della tradizione cioccolatiera italiana. Ogni giorno nuove creazioni prendono vita e vanno ad arricchire l’ampia gamma dei prodotti.
In negozio potrete scegliere fra golosi cioccolatini della tradizione e ricette più esotiche e innovative, tavolette in vari gusti e formati, cremose barrette Gianduja, creme spalmabili dal sapore unico e blocchetti da utilizzare anche in cucina. Che siate amanti del cioccolato fondente, del Gianduja del cioccolato al latte o del Chocolight senza zuccheri aggiunti, trovare l’idea regalo adatta alle vostre esigenze diventerà un piacere. Per celebrare i momenti speciali, affidatevi alle eleganti scatole di cioccolatini assortiti e alle raffinate confezioni regalo in varie misure. Da condividere o gustare da soli.
Era il 1879. Rodolphe Lindt, figlio di un farmacista bernese, voleva produrre cioccolato. Sapete com’era il cioccolato a quel tempo?
Duro: duro da lavorare e duro da mangiare. Ottenere un cioccolato morbido? Piacevole? Una gioia per i sensi? Tutto questo era semplicemente impensabile fino a quando, una sera… Fermi, fermi, partiamo dall’inizio. Rodolphe Lindt era un pasticciere. Amava la bella vita e voleva creare un cioccolato che fosse gradevole al palato. Comprò una vecchia fabbrica con macchinari antiquati, cosa che sorprese non poco la società bernese. Ma Rodolphe non si scoraggiò. Condusse parecchi esperimenti, inizialmente con scarso successo: sopra al cioccolato si formava uno strano strato bianco. Questa volta la società Bernese fu letteralmente scioccata.
Fu il fratello Auguste, farmacista come suo padre, ad analizzare lo strato bianco e a scoprire che si trattava di grasso cristallizzato, assolutamente innocuo. Gli esperimenti andarono avanti. Rodolphe aggiungeva altre fave, cuoceva il burro di cacao (cosa mai fatta prima), lavorava sulla ricetta, provava. Ma niente di quello che faceva gli permetteva di avvicinarsi all’obiettivo. Ottenere un cioccolato fine era davvero impossibile? Finché arrivò quel venerdì sera. Rodolphe lasciò la fabbrica prima di aver terminato il suo lavoro e, soprattutto, senza aver spento le macchine. Fu la fretta? Fu un presentimento o solo un piccolo atto di sfida? Non lo sappiamo. Ma la macchina continuò a lavorare per tutto il fine settimana.