Enoteca

Ampia selezione di vini e distillati a Ceprano

Grande importanza abbiamo dedicato alla nostra cantina valutando le migliaia di aziende di vini che operano in questo settore, scegliendo quelle che più si addicono alla nostra filosofia.
Venite nel nostro punto vendita per scoprire tutti i vini e i liquori selezionati per voi.

Poli

Nel 1898 GioBatta Poli fonda la Distilleria a Schiavon (VI) e inizia a distillare utilizzando un alambicco mobile con 3 caldaie; gli succedono i figli Giovanni, Beniamino e Pasquale Fortunato che apriranno altre due distillerie, a Castegnero (VI) e Curtarolo (PD). La ragione sociale diverrà pertanto “Poli Distillerie”, al plurale.
Oggi sono in funzione 5 alambicchi a ciclo discontinuo per la distillazione artigianale della Grappa, per un totale di 12 caldaie a vapore e 4 caldaie a bagnomaria.

Berta Distillerie

Quattro generazioni per la grappa, quattro generazioni per arrivare a creare la modernissima distilleria dei Berta di Roccanivo a Casalotto di Mombaruzzo, quattro generazioni che hanno inizio l’11 luglio 1866 con la nascita di Francesco Berta.
Era il tempo, quello, in cui Roma non era ancora capitale, in cui la Spedizione dei Mille si era appena conclusa e Vittorio Emanuele II era ancora Re d'Italia. Era il tempo della semplicità e della vita rurale, del sacrificio e del rispetto delle tradizioni.
Francesco Berta, come in tutte le famiglie contadine, lavora fin da bambino nelle vigne e in cantina e, con preveggenza e audacia, appena cresciuto si guarda attorno alla ricerca di clienti per vendere il suo prodotto. Da quel giorno Berta non ha fatto altro che crescere e affinare la sapiente arte della distilleria facendosi apprezzare per il rigore nel mantenere vive le tradizioni e valorizzare i propri prodotti con uno sguardo sempre puntato al futuro nonché alla ricerca di un gusto che si lasci apprezzare oggi come allora.

Marzadro


La storia della Distilleria Marzadro sembra un film in bianco e nero, il racconto di un'epoca che appare oramai remota ma che, in realtà, non lo è. Sono gli anni del dopoguerra, in un’Italia nella quale la povertà non lasciava scampo, soprattutto nelle regioni di montagna come il Trentino. Per questo motivo le ragazze in difficoltà andavano “a servizio” dai signori, sfuggendo agli affanni e trovando condizioni di vita accettabili nelle case più agiate. Anche Sabina Marzadro non fu di certo risparmiata da questa dura realtà e, dopo aver trascorso 12 anni a servizio presso la casa di un deputato a Roma, tornò nella sua regione dove, ad attenderla c’era ancora il fratello Attilio, da sempre attivo contadino. Sabina però tornò a casa con la ferma volontà di cambiare vita e nel suo bagaglio portò un sogno: quello di intraprendere l’arte della distilleria e fare della buona Grappa usando le vinacce che svaporavano nei cortili delle case dei vignaioli. Nella vecchia casa di Brancolino di Nogaredo, Sabina riuscì con molti sforzi a farsi costruire un piccolo alambicco a fuoco diretto da Arnoldi, un calderaio molto conosciuto. Impegno e fatica erano la regola quotidiana, soprattutto per uscire, una volta per tutte, dalla triste condizione di povertà. Ecco l’anno della svolta, il 1949 quando, nel cortile di casa, iniziarono ad arrivare i primi carri colmi di vinacce. Da qui anche i primi clienti e la visione ben chiara che per farsi conoscere nel mondo delle distillerie era fondamentale produrre Grappa di qualità a prezzi contenuti. Al bar sempre più di frequente si sentiva dire: “dammi una Marzadro”. Non era mai successo che un bicchierino avesse il nome di una famiglia. Materia prima ottima, tanta passione, tenacia e la fila degli acquirenti alla porta. Attilio dava una mano a Sabina nella piccola distilleria e poi via, in sella alla Moto Guzzi con il sidecar colmo di bottiglie da vendere a Rovereto e in tutti i paesi vicini.

Ca' del Bosco

Ci sono attimi che non hanno parole. Solo le sensazioni li possono definire, emozioni che sanno giungere al cuore e che diventano estasi, gioia e bellezza di un momento da racchiudere nel più intimo dei ricordi. L’arte del vino come istante di vita a sé, capolavoro figlio di quel talento che solo alcuni uomini sanno raggiungere, in cui dedizione e capacità si fondono nel magico e arcano connubio con la natura. L’infinito in una goccia, frutto di una passione lenta, devota e meticolosa. Gli uomini, come le terre, hanno una vocazione. È stato così che un ragazzo di una quindicina d’anni ha avuto la folgorante intuizione di quale sarebbe potuta essere una vita vissuta alla luce della sua realizzazione. L’incontro fra il giovanissimo Maurizio Zanella e la dolcezza della Franciacorta, quando la madre si trasferisce ad Erbusco e impianta il primo vigneto, è il primo contatto di quello che sarebbe stato l’amore di una vita. Ma è dopo un viaggio in Champagne, la cui meta principale sono le famose maisons dove nasce quel vino che da sempre affascina e accende la fantasia, che Maurizio ritorna con l’idea irremovibile di realizzare qualcosa di simile. Quella che era una casa immersa in un bosco di castagni, si è trasformata in una delle più moderne e avanzate cantine d’Italia. Da allora un unico principio definisce l’essenza di Ca’ del Bosco: la ricerca dell’eccellenza.

Adami

L’ambiente è severo, siamo a ridosso delle prime vette dolomitiche, ma ben protetto e baciato dalla calda luce del mezzogiorno. È qui, in questo ambiente dalle ben solide radici di fatica contadina e dalle ricche tradizioni, che comincia la storia della famiglia Adami. Nel 1920, nonno Abele acquistò dal Conte Balbi Valier un vigneto naturalmente disposto ad anfiteatro. Bello e ricco di promesse. Una terra con cui ricominciare, insieme al figlio Adriano. Abele ebbe un’intuizione straordinaria: separare questo vigneto da tutti gli altri, perché diverse erano le sue caratteristiche. Fu così che presentò, nell’agosto del 1933 alla Prima Mostra Mercato dei Vini Tipici d’Italia a Siena, il Riva Giardino Asciutto, di fatto il primo vero e proprio Cru a Valdobbiadene. Raccolto il testimone, Adriano Adami continua l’opera del padre, facendo conoscere il suo Prosecco di qualità al mercato locale. Negli anni ’80 il cerchio si chiude con la terza generazione: freschi enologi, Armando e Franco Adami perfezionano l’impresa, coniugando le tradizioni di famiglia con la specializzazione e la tecnica. Nasce un moderno impianto di vinificazione e spumantizzazione, il brand conquista nuovi mercati e solido prestigio. Adami produce oggi circa 750.000 bottiglie con uve provenienti da circa 50 ettari di vigneto, 12 dei quali a conduzione diretta, gli altri di piccoli viticoltori legati storicamente all’azienda, in condivisa tendenza alle uve di qualità.

Ceretto

160 ettari di vigneti di proprietà, 4 cantine, 17 vini prodotti, 150 collaboratori tra vigna, cantina e ufficio, 5.000 clienti tra enoteche e ristoranti in Italia, 60 paesi d’esportazione. Il territorio e le persone sono da sempre i valori guida della Ceretto: la valorizzazione della tipicità delle Langhe e dei suoi vini e il coinvolgimento delle risorse umane che lavorano in azienda sono il fil rouge della filosofia aziendale, da sempre.

Colazingari

Azienda nata e ancora oggi sita in via della S.S. Trinità, rione Scurano, ad Alatri, una delle più antiche cittadine nel cuore della Ciociaria. 
L'Antica fabbrica liquori che vanta ricette di famiglia Colazingari con quasi 2 secoli di storia, è sempre rispettosa nella cura di ingredienti e nella preparazione e maturazione degli infusi a freddo, caratteristiche che danno ai propri liquori personalità e bouquet unico che si affina nel tempo.

Carpineti

Alle pendici dei Monti Lepini, a Cori, antica cittadina laziale risalente al IV secolo a. C, 56 km a sud di Roma, a circa 400 metri s.l.m, su un territorio antico, fiorisce e cresce solida l' azienda MARCO CARPINETI. Appartenente alla famiglia Carpineti da diverse generazioni, dal 1986 è Marco che, spinto da autentica passione e dal desiderio di vivere in un ambiente intatto, ne prende in mano le redini e ne fa un’azienda modello e al momento in piena espansione. Il cambiamento più rilevante è stato senza dubbio l’adozione nel 1994 dei metodi di agricoltura biologica, frutto della volontà di realizzare prodotti veramente sani. Diserbanti, concimi chimici e prodotti di sintesi, infatti, non trovano asilo nella tenuta di Marco Carpineti, a garanzia per i consumatori di vini di qualità in senso assoluto. Per meglio rispettare l’ambiente, nella maggior parte della tenuta non si effettuano lavorazioni del terreno, ma soltanto il controllo delle erbe spontanee con falciature. Attualmente l’azienda si estende per circa 52,5 ettari, di cui 41 coltivati a vigneto e 11,5 a uliveto. La scommessa, che si sta dimostrando vincente, punta su alcuni vitigni sconosciuti, che solo questo territorio ha conservato come un tesoro nascosto. Vitigni a bacca bianca da sempre coltivati sono il Bellone, l'Arciprete Bianco (biotipo del Bellone) e due varietà di uva Greco, dette in loco Moro e Giallo, quasi scomparse nel territorio. Quelli a bacca rossa sono il Nero buono di Cori, il Montepulciano e il Cesanese. Curati da professionisti scrupolosi, i vigneti con esposizione sud sud-ovest si sviluppano in località Capolemole, Pezze di Ninfa e Valli San Pietro. Il terreno di origine vulcanica particolarmente vocato alla coltivazione della vite e degli ulivi è ricco di scheletro, in particolare tufo e, nella parte più alta, lo scheletro ha una costituente calcarea. Le uve vengono trasformate attraverso attrezzature all’avanguardia nella nuova cantina. Al momento in piena espansione, dispone di consistenti spazi per la trasformazione, lo stoccaggio, l'affinamento e la maturazione del prodotto, nonché per ricevimento ospiti e degustazioni. È così che l’azienda MARCO CARPINETI riesce a esprimere un’agricoltura seria e ad offrire ai suoi clienti prodotti di qualità.

Hoffstatter

L’azienda vitivinicola ha la propria sede in un’imponente costruzione del XVI secolo che venne realizzata per l’imperial-regia stazione di posta e che ospitò poi la locanda “Schwarzer Adler” (Aquila Nera) di Maria Hofstätter, prozia di Martin Foradori Hofstätter. In cantina, il marito Josef produceva i suoi primi vini. Il successo e la separata vinificazione dei singoli vigneti necessitarono ben presto di nuovi spazi. La distanza che separava l’azienda dalla montagna sovrastante Tramin-Termeno, il monte Roen, e dalla chiesa gotica era però limitata.
Martin Foradori Hofstätter risolse il problema facendo “crescere” la cantina in altezza, ospitandone una parte nella “torre del vino”, una costruzione moderna rivestita all’esterno in legno, fatta erigere nel 1997 proprio accanto al campanile tardogotico, il simbolo di Tramin-Termeno, ben visibile da lontano. Da un’idea azzardata è nato un felice connubio architettonico. Un’assoluta novità per l’Alto Adige sono anche le nuove botti di cemento installate nel 2013: con la loro forma conica il mosto d’uva fermenta in delicatezza e consuma poca energia, quella necessaria per il controllo della temperatura. Inoltre, le botti sono sorprendentemente eleganti e oggi sono uno degli elementi d’attrazione della cantina.

Antinori

La Famiglia Antinori si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni: da quando, nel 1385, Giovanni di Piero Antinori entrò a far parte dell' Arte Fiorentina dei Vinattieri.
In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la famiglia Antinori ha sempre gestito direttamente questa attività con scelte innovative e talvolta coraggiose ma sempre mantenendo inalterato il rispetto per le tradizioni e per il territorio.
Nel 1506, precisamente il 2 febbraio, Niccolò di Tommaso Antinori, uno dei più promettenti ed influenti uomini a Firenze in quel tempo, acquistò palazzo Antinori (all’epoca chiamato Palazzo Boni) per 4.000 fiorini.
Da oltre seicento anni, i Marchesi Antinori hanno legato il proprio nome all’eccellenza nell’arte del vino e alla migliore tradizione mecenatistica. Due ambiti apparentemente molto diversi, ma che in realtà hanno spesso proceduto in parallelo: i Marchesi Antinori hanno spesso affidato all’arte il compito di raccontare i valori e la storia della loro casata.

Taittinger

Tra le più antiche Maison dell’intera denominazione, Taittinger è un nome che inevitabilmente identifica in ogni angolo del mondo una delle più grandi famiglie francesi che ha contribuito in modo determinante al successo dello Champagne. 
La storia di questa mitica Maison ebbe inizio nel 1743, quando Jacques Fourneaux incominciò la propria attività di commerciante, dapprima vendendo vini bianchi e rossi e poi dedicandosi allo smercio di bollicine. La famiglia Forneaux continuò a operare in questo settore con grandi risultati, unendo le proprie forze con Antoine Forest, dando vita alla società “Forest-Forneaux” e incrementando il proprio successo.
Nel 1932 un giovane con la passione del vino, Pierre-Charles Taittinger, acquistò la “Forest-Forneaux” e iniziò la propria avventura vitivinicola sotto il marchio Taittinger nella cittadina di Reims. Sin dall’inizio della produzione, la Maison instaura con le sue bottiglie un legame sempre maggiore con una varietà di uva in particolare, lo chardonnay, vitigno sempre più centrale in ogni assemblaggio, fino all’uscita, sotto la conduzione di Francois Taittinger, nel 1952, del Comtes de Champagne, prima “Cuvée de Prestige” prodotta nella zona realizzata interamente con sole uve bianche. 
Oggi a capo dell’azienda troviamo, dal 2005, Pierre-Emanuel Taittinger, discendente diretto di Pierre-Charles, attorniato da un team dove competenza e professionalità sono il fulcro di una cantina che continua a essere animata da un fortissimo spirito di conquista e di tradizione.
Ben 288 sono gli ettari di proprietà, sparpagliati fra 34 dei migliori crus di tutta la regione; qui si coltivano principalmente chardonnay e pinot noir, a cui si aggiunge un 15% di pinot meunier. Ogni anno sono ben nove le etichette che nascono fra le mura di Reims, dove Brut Reserve, “Prestige” Rosé e “Nocturne” affiancano i grandi Comtes de Champagne e i diversi millesimati che portano in giro per il mondo il grande blasone della Maison Taittinger.

Monterossa

Cantina storica della Franciacorta, dove la tradizione contadina si è fusa armonicamente con la tecnologia e dove la cura artigianale e la ricerca appassionata dell'eccellenza sono gestite con impegno e mentalità imprenditoriale, senza compromessi.
Era il 1972 quando l'imprenditore Paolo Rabotti con il prezioso supporto della moglie Paola intraprese la strada della viticoltura. Una scelta ispirata e lungimirante che oggi viene portata avanti con entusiasmo e spirito innovativo dal figlio Emanuele.
La storia di Monte Rossa è costellata di decisioni strategicamente vincenti: come quella di abbandonare per primi la strada dei vini fermi alla ricerca dell'eccellenza nel Franciacorta o quella di investire con determinazione nella tecnologia e ancora la continua ricerca e le sperimentazioni che contraddistinguono la cantina.
Oggi Monte Rossa governa 70 ettari di vigneti. Le varie posizioni dei cru su terreni ed esposizioni diverse contribuiscono ad ampliare il patrimonio aromatico delle uve, così da comporre cuvée ricche di struttura e complessità. La produzione della cantina si attesta intorno alle 500.000 bottiglie all'anno.

Cantalupi

Nel 1580 Francesco Antonio Zecca, imprenditore agricolo di origini napoletane, si trasferisce nelle fertili terre di Leverano.
Il Salento, nel diciassettesimo secolo, rappresenta la regione vitivinicola europea per eccellenza e l’esportazione di uva e vino sfuso è fra le principali risorse finanziarie del Regno borbonico. Alla fine del secolo successivo per il ruolo propulsivo svolto nello sviluppo del territorio, la famiglia Zecca da notabile diviene nobile nel giugno 1884, quando papa Leone XIII conferisce il titolo comitale a Giuseppe. Agli inizi del 1900, Alcibiade, uno degli eredi della famiglia, sperimenta i primi metodi di imbottigliamento e vengono prodotti i primi fiaschi di vino rosso denominati Saraceno, dall’omonima tenuta. Nel 1935 Alcibiade fonda una moderna ed efficiente cantina a Leverano. Cinque anni più tardi, Giuseppe, figlio di Alcibiade, riforma il sistema di conduzione a colonìa, ammoderna la cantina e si dota di macchinari necessari alla gestione in proprio dell’intero ciclo produttivo. Nasce la prima etichetta di vino Conti Zecca: Donna Marzia.
Oggi, dopo il passaggio generazionale della direzione ai fratelli Zecca Alcibiade, Francesco, Luciano e Mario, attuali proprietari, l'azienda ContiZecca detentori del marchio Cantalupi sono una delle realtà più affermate ed apprezzate in questo settore ed i loro vini vengono esportati in tutto il mondo contribuendo alla notorietà del loro marchio.

Tormaresca

La passione, il coraggio e la fiducia nell’enorme potenziale qualitativo della Puglia sono gli elementi che hanno spinto gli Antinori a investire in questa regione, in particolare nelle zone di Castel del Monte e del Salento. L’idea di fondo su cui si basa la filosofia produttiva di Tormaresca è quella di produrre grandi vini da vitigni autoctoni pugliesi. La maggior parte dei vigneti è coltivata con uve tradizionali, alcune delle quali risalenti alla civiltà della Magna Grecia, e fortemente radicate nel territorio: il Primitivo, il Negroamaro, il Fiano pugliese, l’Aglianico, il Nero di Troia ed il Moscato Reale 
L’azienda Tormaresca è costituita da due tenute situate nelle aree più vocate alla tradizione vitivinicola della regione: Tenuta Bocca di Lupo nella DOC Castel del Monte, immersa nella selvaggia murgia barese e Masseria Maime nella zona del Salento, il cuore pulsante della Puglia.
La tenuta di Bocca di Lupo sorge in agro di Minervino Murge, nell’area DOC Castel del Monte, a circa 250 m sul livello del mare. La vicinanza dell’antico vulcano Vulture, il clima caratterizzato da una notevole escursione termica tra giorno e notte e la composizione dei terreni hanno una notevole influenza sui vigneti. Le varietà presenti sono Aglianico, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Fiano pugliese, Nero di Troia e Moscato Reale. Masseria Maime sorge in una delle zone più belle dell’alto Salento. L’azienda, che si estende per una superficie di circa 500 ettari di cui 350 piantati a vite e 85 a uliveto, si sviluppa lungo la costa adriatica, creando così un paesaggio unico di vigneti che nascono tra boschi e pinete e si perdono a vista d’occhio fino a confondersi con il mare.
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